Chi era
Marco Basseo?
Nel 1874, in occasione del primo censimento unitario, il Comune diede incarico al giudice e storico De Simone di riscrivere il nome delle strade della città. La vecchia e plurisecolare via Li Santi, dal nome di un’antichissima cappella situata tra il Palazzo Sambiasi ed il Palazzo Bernardini, ora non più esistente, divenne via Marco Basseo.

Il nome di Marco Basseo è stato tramandato da un’epigrafe onoraria ritrovata a Pozzuoli, forse proveniente da Otranto, la quale, oltre a descrivere il personaggio e le sue qualità e funzioni, è l’unica testimonianza dello statuto coloniario lupiense.
L’epigrafe risale al II sec. d.C. ed è attualmente conservata nel Museo Archeologico di Napoli.


Marco Basseo fu personaggio di spicco della Lecce Romana. Discendente della famiglia di Axio, appartenente alla Tribù Palatina, fu protettore, patrono della colonia e curatore della cosa pubblica, ossia arbitro della pace e della guerra, amministratore delle cose sacre, difensore delle liti, dispensatore dell’annona agli abitanti della colonia e degli stipendi ai soldati. Marco Basseo era un Duumviro della colonia, chiamato ad accorrere ai bisogni delle città che presiedeva e ad amministrare la giustizia. I Duumviri rappresentavano il Console romano e, nell’esercizio delle loro funzioni, vestivano la toga di porpora e cingevano il capo con una fascia dello stesso colore; organizzavano inoltre gli spettacoli con i gladiatori.

Fu designato da Roma a presiedere i lavori per la costruzione delle vie che conducevano ad Ostia ed in Campania. Marco Basseo fu Tribuno militare prescelto dall’Ordine dei Cavalieri a comandare la tredicesima Gemina, Proconsole della Calabria. Protettore e difensore della Colonia Lupiense e del Municipio di Otranto.
L’epigrafe continua col dire che il Municipio di Otranto volle perpetuare il nome del Basseo su questa lapide marmorea, ricordando di lui la buona e saggia amministrazione.
Dai brevi cenni riportati si deduce che grande dovette essere l’importanza di Lupiae durante tutto il periodo in cui la potenza di Roma fece sentire il suo dominio e la sua influenza nel territorio salentino, soprattutto se si considera che la fertilità e l’estensione del suo territorio coloniale fu una delle cause precipue, se non la maggiore, del suo sviluppo commerciale ed agricolo e quindi della sua floridezza.


